Schiacciata di Pasqua livornese
La schiacciata di Pasqua è un dolce tipico della tradizione pasquale toscana. Viene preparato principalmente nelle province di Pisa e Livorno. La schiacciata di Pasqua è un dolce povero della tradizione contadina che prevede una lunga lievitazione che si sviluppa in quattro fasi. E’ ricco di anice ma ha un gusto delicato e non troppo dolce, ideale inzuppato in un bicchierino di Vinsanto o accompagnato con un pezzetto di cioccolata. La schiacciata di Pasqua livornese è la nostra proposta per la rubrica L’Italia nel piatto, che questo mese ha come argomento le ricette di Pasqua.
“Se i bischeri volassero tu saresti il Barone Rosso”
(Non sei proprio furbo, eh!)
“Unn’usa’ codest’ovo, un tu lo vedi l’é bogliolo!”
(Non usare quell’uovo, non vedi che è andato a male!)
Schiacciata di Pasqua livornese
Ingredienti
Per la biga liquida (poolish)
- 75 gr di Manitoba
- 60 gr di acqua
- 3 gr di lievito di birra
Per l'impasto della schiacciata di Pasqua
- 3 uova
- 240 gr di Manibota
- 185 gr di farina 0
- 150 gr di zucchero
- 15 gr di latte tiepido
- 4 cucchiai d'olio evo
- 10 gr di lievito di birra
- 30 gr di burro ammorbidito
- 15 gr di anice
- 30 ml di Sambuca
- 20 ml di Vinsanto
- 1 arancia la buccia e metà del succo
- 1/4 di cucchiaino di sale
- 1 stecca di vaniglia
Per spennellare
- 1 tuorlo
- 1 cucchiaino di latte
Istruzioni
- Alla sera preparare la biga. Far sciogliere il lievito di birra in un cucchiaio d'acqua tiepida e mescolare assieme tutti gli ingredienti. Coprire con la pellicola e lasciar riposare per tutta la notte.
- Alla mattina cominciare a preparare il primo impasto. Rovesciare la biga (che sarà molto liquida) nella ciotola della planetaria, mettere 80 gr di Manitoba, 45 gr di farina 0, 50 gr di zucchero e 1 uovo. Far sciogliere il lievito di birra nel latte e aggiungere agli altri ingredienti. Azionare la planetaria alla minima velocità e far amalgamare bene aumentando a velocità 2. Unire 10 gr di burro ammorbidito a piccoli pezzetti (facendo amalgamare un pezzetto alla volta) e far incordare.
- Trasferire l'impasto in una ciotola di vetro spennellata con dell'olio. Coprire con la pellicola e far lievitare in luogo caldo fino al raddoppio (ci vorranno circa 2 ore).
- Nel frattempo mettere i semi di anice in ammollo nella Sambuca.
- Procedere con il secondo impasto. Mettere nella planetaria 80 gr di Manitoba, 45 gr di farina 0, 50 gr di zucchero, 1 uovo e 2 cucchiai d'olio. Far leggermente amalgamare e aggiungere il primo impasto. Quando si sarà formata una palla omogenea unire 10 gr di burro ammorbidito a piccole dosi.
- Trasferire nuovamente l'impasto in una ciotola di vetro spennellata con dell'olio e far lievitare (coperta con pellicola) in luogo caldo fino al raddoppio (circa 2 ore).
- Preparare il terzo impasto. Mettere tutti i rimanenti ingredienti (tranne il sale e il burro) nella planetaria assieme al secondo impasto. Far amalgamare perfettamente cominciando ad aggiungere il burro ammorbidito. Alla fine unire il sale e far incordare molto bene.
- Rovesciare l'impasto su una spianatoia infarinata e fare due giri di pieghe di tipo 2 (tirando il bordo dell'impasto verso il centro). Mettere l'impasto a lievitare all'interno dello stampo (noi abbiamo usato uno stampo di carta da panettoni da 750 gr). Lasciare lievitare in luogo caldo coperto dalla pellicola fino a quando l'impasto non raggiunge il bordo dello stampo: ci vorranno 5 o 6 ore perché l'impasto triplichi il suo volume.
- Prima di cuocere la schiacciata di Pasqua spennellare la superficie con il tuorlo sbattuto assieme al latte.
- Cuocere la schiacciata di Pasqua in forno statico preriscaldato a 170°C per 45 minuti mettendo nella parte più bassa una ciotola con dell'acqua. Se durante la cottura la superficie tende a colorarsi troppo coprite con dell'alluminio. Trascorso questo tempo fate la prova dello stecchino: se l'interno della schiacciata non è ancora asciutto proseguite la cottura per altri 15 minuti circa abbassando la temperatura a 150°C.
- Sfornare la schiacciata di Pasqua e lasciar raffreddare capovolta infilando degli spiedi alla base e poggiando gli stessi sui bordi di una pentola.
Purtroppo per questo appuntamento non sarà presente la Basilicata… che aspettiamo sicuramente per il 20 di aprile. Intanto gustatevi le nostre proposte per la prossima Pasqua. Partiamo?
VALLE D’AOSTA: Torta pasqualina, doppia versione di L’Appetito Vien Mangiando
PIEMONTE: Uova alla bella Rosin di La Casa di Artù
LOMBARDIA: Agnellino di Le Delizie della mia Cucina
TRENTINO ALTO ADIGE: Rotolo di spinaci di A Fiamma Dolce
VENETO: Fugassa veneta di Le Tenerezze di Ely
FRIULI VENEZIA GIULIA: Putizza di Nuvole di Farina
EMILIA ROMAGNA: I nidi di rondine di Zibaldone Culinario
LIGURIA: Agnello con i carciofi di Un’Arbanella di Basilico
TOSCANA: Schiacciata di Pasqua livornese di Non Solo Piccante
UMBRIA: Ciaramicola di 2 Amiche in Cucina
MARCHE: Crescia di Pasqua di La Creatività e i suoi Colori
ABRUZZO: Pupe e cavalli di In Cucina da Eva
MOLISE: Treccia di Pasqua di La Cucina di mamma Loredana
LAZIO: Pizza sbattuta di Chez Entity
CAMPANIA: Casatiello napoletano di Le Ricette di Tina
PUGLIA: Tiedd d’agnidd o furn co l patan di Breakfast di Donaflor
CALABRIA: Cuculi di Pasqua all’anice di Io Cucino Così
SICILIA: Pecorella di marzapane di Cucina che ti Passa
SARDEGNA: Dolci al limone veloci Piricchittus di Vickyart Arte in Cucina
A tutte noi si unisce per questa pubblicazione il blog Cocomerorosso, che lo scorso mese ha vinto il nostro simpatico giochino riproponendo una delle ricette di febbraio. La sua proposta pasquale è… Tiana catanzarese.
Se desiderate partecipare anche voi riproponendo una delle ricette pasquali di questa uscita, visitate la nostra pagina facebook per il regolamento! Avete tempo fino al prossimo 7 aprile…
Con questo lievitato partecipiamo al contest La ricetta tanto caruccia organizzato dal blog La cuisine très jolie di Tantocaruccia…
96 Commenti
Tomei Piera
07/05/2021 at 14:04Cara Ilaria vivo in Toscana da tanti anni ma una schiacciata così buona non l’ho mai assaggiata…..e poi seguendo passo passo la tua ricetta il risultato è garantito SEMPRE!!!! grazie grazie e ancora grazie mi hai aperto un mondo!!!!!
antonella tognoni
03/04/2022 at 18:55non capisco sel ingredienti del secondo e primo impasto vanno tolti dal totale oppure calcolati a parte x piacere mi spiegheresti meglio’?grazie
Tommy
03/04/2022 at 19:33Ciao, le quantità del primo impasto (e dei successivi) vanno tolte dal totale.
Arriverai all’ultimo impasto dove dovrai aggiungere la quantità rimanente.
A presto
antonella tognoni
05/04/2022 at 10:39grazie tante ma mi sono confusa ora mi è tutto chiaro se hai ancora altre ricette di lievitati mi farebbe molto piacere averle un grazie speciale
Tommy
07/04/2022 at 19:43Ciao, ti passo il link con la categoria lievitati: https://www.nonsolopiccante.it/ricette/lievitati/
Un caro saluto
antonella tognoni
10/04/2022 at 12:37mi sono avventurata a fare la ricetta che e*uno spettacolo ho seguito attentamente le tue istruzioni grazie infinite inoltre voglio scusarmi anche xche^ non so usare il compiuter ci provo ma non ci capisco niente grazie anche per il link
Antonella Coppi
03/04/2018 at 10:43Eccellente ricetta, l’ho provata ed il risultato è stato strepitoso!!! Grazie per avermi permesso di recuperare i sapori ed i profumi della Pasqua della mia infanzia
rosa
25/03/2016 at 09:16buongiorno,volevo sapere se il lievito era quello fresco o quello disidratato e eventualmente le dosi per quello fresco,grazie
Ilaria
25/03/2016 at 13:45Ciao Rosa, benvenuta nel nostro blog!
Il lievito è quello fresco, quindi per la dose puoi attenerti a quella indicata nella ricetta.
Buona lievitazione….. 🙂
Tanti Auguri!
Pasqua e schiacciate | Maison Cremeuse
04/04/2015 at 09:03[…] tramandata dalla nonna (troppo lunga e dal risultato incerto purtroppo!) ed ho optato per quella di nonsolopiccante! Così sono nate in questi giorni di sole le nostre schiacciate, una è già stata suddivisa per […]
Irene
03/04/2015 at 19:22Ciao, una domanda: ma i semi di anice vanno strizzati o aggiunti all’impasto insieme alla sambuca? Grazie
Ilaria
04/04/2015 at 08:59Ciao Irene, benvenuta nel nostro blog.
Spero non sia troppo tardi per la risposta… devi aggiungere tutto, sambuca e semi, tutto assieme.
Buona Pasqua.
Irene
04/04/2015 at 09:46Ciao, grazie!!! In tempo perfetto. I semi sono a bagno, tra poco li avrei aggiunti all’impasto. Buona Pasqua! 🙂
Maria
10/03/2021 at 11:04Possibile sapere dimensioni del diametro dello stampo e altezza? Grazie
paolo
03/04/2015 at 10:42Salve a tutti involontariamente sono capitato su questo blog cercando la ricetta della schiacciata di Pasqua e vedo con stupore che viene chiamata “livornese” beh i livornesi la chiamano pisana infatti, in realtà, la schiacciata in questione è PISANA. Vi lascio uno spunto storico per dimostrare quanto scritto sopra e del perché si pensa sia livornese.
“Alta o bassa che sia, come ogni anno, tra pochi giorni sarà Pasqua: uova di cioccolato, dolci, riti religiosi in ricordo della passione di Cristo e, come da tradizione, l’immancabile “benedizione delle uova”.
Tra i vari dolci tipici di questo periodo, c’è n’è uno in particolare, sfarzoso, elaborato, rinomato, che ormai in pochi sanno fare secondo l’antica ricetta: la schiacciata pasquale.
Su internet abbondano le varianti del caso: c’è chi nella schiacciata ci mette l’anice, o piuttosto il marsala o il vin dolce; c’è chi la prepara facendo tre impasti e chi, invece, ce ne aggiungerebbe anche un quarto e un quinto…
Ma la ricetta originale, come spesso avviene per le cose più antiche, si è persa nel tempo. L’arte culinaria, e la pasticceria in modo particolare, è fatta anche di creatività e sperimentazione; così, le varie modifiche apportate dalle nostre nonne e bisnonne alla ricetta, seguendo i gusti personali di ogni famiglia, hanno confuso le idee un po’ a tutti, dando a questo dolce una nota “dispettosa”. E in effetti la schiacciata pasquale, con tutte le fasi di lievitazione che comporta, è tutt’altro che semplice da realizzare, e di certo non è un dolce adatto per chi ha poca dimestichezza, ma tanta voglia di imparare, l’arte della pasticceria.
La prima ricetta documentabile è quella contenuta nel famoso libro La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene di Pellegrino Artusi (1891), che è forse la prima trattazione gastronomica dell’Italia unita, in cui l’autore, pur intitolandola “stiacciata alla livornese”, accenna ad altre versioni e, in seguito alla spiegazione della ricetta, si premura di aggiungere: “Con questa ricetta, eseguita con accuratezza, le stiacciate alla livornese fatte in casa, se non avranno tutta la leggerezza di quelle del Burchi di Pisa, saranno in compenso più saporite e di ottimo gusto”.
L’affermazione di Artusi ci conferma con certezza che della schiacciata di Pasqua esisteva dunque una versione “pisana”. Andando più a fondo nella ricerca, non sono riuscita a scovare la storia esatta di Serafino Burchi e della sua eventuale attività di bottegaio e pasticcere, a parte una breve citazione tratta dal “Corriere dell’Arno” del 28 gennaio 1877, in cui pare che il Burchi abbia partecipato, portando parte delle sue leccornie, alla Fiera al R Teatro dei Ravvivati.
E così, senza perdermi d’animo, determinata più che mai a recuperare una ricetta attendibile, e di indubbia provenienza pisana, non potendo più chiederla al grande Silvio Salza (che per altro, in realtà, aveva origini torinesi e solo nel 1924 si trasferì a Pisa con la ditta e la famiglia), sono riuscita invece a snidare e intervistare un allievo del pasticcere pisano Maurizio Lenzini; che alcuni ricorderanno senz’altro per la sua pasticceria a Porta a Lucca, in via Bianchi.
Il signor Francesco Ciacchini, attualmente titolare di un bar pasticceria in via San Iacopo che gestisce con amore e passione assieme alla compagna Valentina, mi ha raccontato di essere stato allievo del Lenzini, il quale a sua volta aveva imparato il mestiere di pasticcere dal suo babbo, dall’età di sedici anni circa fino alla chiamata al militare. Francesco ricorda il suo maestro come un uomo riservato, esigente e, a differenza di molti altri pasticceri, “mai avaro delle sue dosi”.
Avvicinandosi a una mensola della sua pasticceria e prendendo in mano un quadernetto che ha più di vent’anni, Francesco mi spiega pazientemente che la schiacciata di Pasqua: “è un prodotto che costa tanto lavoro perché ha una preparazione che può durare anche 50 ore. C’è il primo lievitino, che deve riposare almeno un giorno, poi si fa un secondo impasto, a cui si aggiungono altri ingredienti, che deve stare in posa almeno altre 20 ore, e infine il terzo passaggio, in cui si inseriscono gli ingredienti restanti e si lascia lievitare ancora, questa volta per un tempo variabile, si parla sempre di lievitazione naturale, prima di far rinvenire l’impasto e infornare”.
“La difficoltà di questo dolce”, aggiunge Francesco, “è data dalla sua lunga lievitazione che richiede un ambiente a temperature costanti di 28°-30° circa”.
Riassumendo il tutto, secondo la ricetta originale di Lenzini, la schiacciata di Pasqua si fa così:
Primo passo – Preparazione del lievito madre con farina, acqua e lievito. Una volta fatto, l’impasto deve riposare circa 20 ore.
Secondo passo – Si aggiunge all’impasto un’altra mandata di farina e acqua e si rimette il tutto a lievitare per altre 20 ore.
Terzo passo – Si aggiunge altra farina, burro, uova, zucchero, sale rosolio di menta, malto, anice, aroma burro, latte di vecchia e un tappo di acqua di rose. Si fa lievitare l’impasto per un’altra oretta e poi si versa il tutto negli stampi. Dopo un’ulteriore lievitazione di circa 20 ore si procede ad infornare.
Le dosi precise degli ingredienti, si sa, i pasticceri son restii a darle, ma la pazienza, passione e tradizione che Francesco mette nella preparazione di questo dolce, portando avanti la storia dell’artigianato pisano, sono anche le doti essenziali che servono per portare avanti l’economia e la cultura di un paese, doti che -mi permetto di aggiungere- sono anche dei traduttori: pazienza nell’interpretazione e nella resa dei testi, passione per il proprio lavoro, e infine studio della tradizione, della letteratura e degli ipotesti di riferimento.
Fonti:
Luca Anselmi, “Aziende familiari di successo in Toscana”, Franco Angeli, Milano 1999
Pellegrino Artusi, “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, L’Arte della Stampa, Firenze 1891
R.Lami e D. Sassetti, “Il teatro E. Rossi di Pisa e la sua storia”, Nuova Toscana Editrice, 2006 Firenze
Gradirei vedere dunque il nome della città di origine abbinato a questo dolce che continua ad essere venduto in grandi quantità tra Pisa e dintorni.
Ah un’ultima cosa, da Toscano di nascita vi posso dire che in questa regione le lotte di campanile sono sempre state all’ordine del giorno grazie anche alle radici storiche che si perdono nelle lotte comunali del medioevo. Ce ne sono a bizzeffe di detti riferiti a questo o a quel paese o città. Parecchie volte sono velenosi e altre simpatici. Per quanto riguarda il detto verso i pisani, da pisano verace, vi faccio notare che se può sembrare simpatico il detto “meglio un morto in casa che un pisano all’uscio” non lo è altrettanto la risposta velenosa dell’abitante di Pisa verso colui che ridendo lo pronuncia. Con simpatia Paolo
Teresa
14/04/2014 at 17:47Ciao, ma guarda mitica la schiacciata di pasqua! Non ne sono mai stata un’amante, perchè l’anice non mi sconfinfera troppo, però mi piacerebbe comunque provare a farla. Vi è venuta un sacco bellina!
Ciao
Ilaria
14/04/2014 at 20:27Ciao Teresa, benvenuta nel nostro blog.
Anch’io non sono una grande amante dell’anice (ha un sapore che mi fa sempre venire in mente la naftalina… chissà perché), ma alla fine mi sono lasciata tentare da questa schiacciata di Pasqua, vanto di Livorno. E devo ammettere che è davvero buona e l’anice gli dona una nota particolare. È ottima accompagnata con un bel pezzo di cioccolata, che ne addolcisce il gusto (non è infatti un dolce molto dolce).
Sù, lasciati tentare anche te… 🙂
A presto.
Paolo
26/03/2014 at 19:19L’ho provata a fare ed è venuta benissimo ottima ricetta abbastanza semplice e spiegata ottimamente
Grazie Paolo
Ilaria
26/03/2014 at 21:17Ciao Paolo, benvenuto nel nostro blog!
Sono davvero contenta che ti sia venuta. Ci vuole molto tempo per vedere il risultato finale, ma in fondo hai ragione non è una ricetta difficile, a differenza di molti altri lievitati.
Ma sai che mi hai messo voglia di rifarla anche a me… 🙂
Buona serata.
lucy
29/03/2013 at 07:59prima di tutto mi piace scoprire ricette della tradizione e poi ammiro sempre chi ha doti nei lievitati!ottimo dolce pasquale.
Ilaria
30/03/2013 at 11:15Anch’io sono sempre attratta dai lievitati… da quel potere magico che fa diventare una piccola pallina di pasta una torta tanto alta e soffice.
E’ un dolce un po’ particolare perché alla fin fine non è troppo “dolce”. Ha un sapore molto particolare e si accompagna benissimo all’uovo di cioccolato.
Ti faccio tantissimi Auguri per una felice Pasqua.
simmy
28/03/2013 at 12:13VOLEVO INFORMARVI CHE NE HO FATTE DUE E SONO GIà FINITE QUINDI MI SONO MESSA AD IMPASTARNE ALTRE DUE …ARRIVERANNO A PASQUA?
Ilaria
28/03/2013 at 13:16Che bella notizia!!! Siamo felici che ti siano venute e che siano piaciute a tutte la famiglia. Adesso sotto con il bis…!!
Uhhhhmm, mi sa che di questo passo forse non arrivano a Pasqua neanche le altre due che stai impastando… 🙂
Se riesci a pubblicare la ricetta entro il 7 di aprile potresti partecipare al nostro giochino legato alla cucina regionale. Che ne dici?
Un bacio.
Claudia
26/03/2013 at 16:39E’ talmente bella.. provvedo ad inserirla immediatamente:)
Ilaria
26/03/2013 at 22:05Ciao Claudia… grazie mille!
Buona serata.
Tamara
25/03/2013 at 23:08ragazzi vi ringrazio tantissimo e soprattutto mi scuso per essermi dimenticata, nella fretta di scrivere, di lasciarvi il link, sono stata davvero poco gentile, comunque è una ricetta buonissima e perfetta, mi ha riportato indietro negli anni quando era mia nonna che le faceva e andavamo la mattina di Pasqua a fare colazione a casa sua tutti insieme, una vita fa, vi faccio tanti cari auguri
Ilaria
25/03/2013 at 23:12Non ti preoccupare… ho visto la tua ricetta sulla pagina dell’Italia nel Piatto e sono stata felicissima del risultato. Ti è venuta benissimo!
Ti faccio un grandissimo in bocca al lupo per nostro gioco e incrocio le dita per la “nostra” schiacciata di Pasqua.
Un bacio.
simmy
24/03/2013 at 08:00ciao vorrei fare la schiacciata utilizzando la pasta madre potresti dirmi quanto metterne e se posso? …grazie stragrazie per la ricetta qua nel viterbese mi hanno fregato già una volta fanno un dolce simile al nostro o meglio una pizza salata, così la chiamano. L’ho comprata una volta credendo di assaggiare la schiacciata e al primo morso sono rimasta delusa. Spero tu possa rispondermi al più presto così mi metterò all’opera.
Ilaria
24/03/2013 at 11:44Ciao Simmy e benvenuta nel nostro blog.
Vorrei poterti aiutare, ma il mio primo esperimento con la schiacciata di Pasqua è stato questo qui con il lievito di birra. Potrei suggerirti qualche conversione, ma non sarei assolutamente sicura del risultato che potresti ottenere…
Ti consiglio di dare un’occhiata a questa ricetta della nostra amica Federica, che l’ha fatta con il licoli: http://notedicioccolato.blogspot.it/2012/04/di-nonne-vecchie-ricette-e-nuovi-amori.html#more
Buona domenica.
simmy
26/03/2013 at 07:02ho seguito alla lettera la vostra versione con il lievito di birra unica aggiunta avendo fattto la dose doppia è pa pasta madre essiccata 20 g vi farò sapere come mi è venuta a presto e grazie tantissimo…
Ilaria
26/03/2013 at 12:54Sì, facci sapere. Vedrai che verrà bene… l’ha provata a rifare anche un’altra ragazza e ci ha detto che è andato tutto bene.
A presto.
Filo @iocucinocosi
23/03/2013 at 17:14che delizia! deve avere un profumo sublime 🙂 complimenti 😉
Ilaria
23/03/2013 at 23:17Ha davvero un intenso aroma di anice…
Carla
23/03/2013 at 16:26Complimenti un gran lavoro e un risultato favoloso!!!
Brava Ilaria
Baci
Ilaria
23/03/2013 at 23:16Grazie tesoro… una lunga attesa, ma ne è valsa la pena… 🙂
sabrina
23/03/2013 at 00:04Che meraviglia … ne mangerei volentieri una fetta!!! Buon fine settimana
Ilaria
23/03/2013 at 00:09Vediamo se ne è rimasta ancora una…
Buona notte.
Renata
22/03/2013 at 23:47Ma che dolce grande grande e tanto goloso
Complimenti!!!!!!!!!
Un risultato meraviglioso!!!!!!!!!!
Ilaria
23/03/2013 at 00:07Un panettone a Pasqua… 🙂
Cucina che ti passa - Rumi-
22/03/2013 at 17:11Woooooooow Ilaria che preparazione e che lista d’ingredienti per farla!!
uhm mi sa che lmi limiterò a fare l’assaggiatrice ufficiale se per voi va bene 😛
bravissimi come sempre!!!
bacioni
Ilaria
22/03/2013 at 23:59Uhhhh… aggiudicato! Sarai la nostra assaggiatrice ufficiale!! 😛
carla emilia
22/03/2013 at 11:01Uno legge schiacciata e pensa a una cosa tipo focaccia e invece guarda qui cosa combinano i livornesi! Buonissima ragazzi, un abbraccio grande a tutti e due e buona Pasqua
Ilaria
22/03/2013 at 23:59A questi livornesi piace sempre prenderci un po’ in giro… 😉
elena
21/03/2013 at 18:47Solo dalle foto mi ha fatto venire una fame….
Ilaria
22/03/2013 at 23:03Allora un bel pezzo per te!! Oggi non ti si può negare niente… 😉
Tamara
21/03/2013 at 10:24ciao Ilaria, ci conosciamo e non ci conosciamo, comunque questo mese ho deciso di rifare la tua schiaccia , sono toscana di Grosseto, vivo a Roma da una vita, magari ci incontreremo al raduno il 14 aprile a Firenze, ci sarai anche tu? bene ti dirò come è venuta la schiaccia…un caro saluto
Ilaria
22/03/2013 at 23:00Ciao Tamara, benvenuta!
Sono contenta che hai deciso di fare la nostra schiacciata. A noi è piaciuta e si è conservata bene per più giorni. Poi devi assolutamente dirmi cosa ne pensi.
Parteciperai al nostro giochino sulla cucina regionale? 😉
Tamara
22/03/2013 at 23:16faccio la pizza pasquale per partecipare, ho già impastato la biga e domattina procederò al primo impasto, non mi torna il conto del burro, negli ingredienti ce ne sono solamente 30 grammi e tu lo nomini 3 volte, allora sono 10 grammi per volta, ma siccome parli sempre di aggiungere un pezzetto quando ha incorporato l’altro, ad incorporare 10 grammi ci vuole un attimo, cc’è un errore? riesci a dirmelo prima di domani, grazie
Tamara
22/03/2013 at 23:22scusa se sono così sbrigativa, ma non è facile spiegare in un commento la sensazione che ci sia un ingrediente che non torna, volevo anche sapere se la dose è solo per una pizza, ma credo di sì, un caro saluto
Ilaria
22/03/2013 at 23:58Le quantità sono corrette, 10 grammi per volta. Né uno in più né uno in meno… 🙂
Tommy
22/03/2013 at 23:59Ciao! La dose (30 gr di burro) credo sia corretta, sono 30 gr di burro da dividere in 10-10-10.
La ricetta base prevedeva il doppio dell’impasto (2 schiacciate), probabilmente la svista nasce da questo. Domani mattina comunque sentirò Ilaria e ti faremo sapere con certezza.
Ilaria
22/03/2013 at 23:57Sì, sono 10 grammi per volta (in ognuno dei tre impasti ne ho messo 10 grammi ammorbidito a temperatura ambiente aggiungendolo a pezzetti).
celeste
21/03/2013 at 00:36Ciao cari, io son Toscana da 31 anni ( da sempre ) ma non l’ho mai sentita nemmeno nominare. possibile che ne ignorassi persino l’esistenza? Sarà che i fiorentini coi pisani e i livornesi c’hanno sempre avuto mal volentieri a che fare, così da esiliare perfino la loro cucina 🙂 Visto che qualcuno lamenta la mancanza di proverbi in questo post rimedio io: meglio un morto ‘n casa che un pisano all’uscio. E per la par condicio: A un livornese ci vòle cento lire pè fallo ‘omincià e mille pè fallo smettere.
( con tutto il rispetto per i pisani e i livornesi, è la storia che parla, mica io ) 🙂 Mi sarebbe piaciuto mettere un detto su noi fiorentini ma non ne ho trovato uno ad hoc, se lo conoscete ben venga. Bisognerà che l’assaggi allora, no? Bellissima oltretutto, bravi.
Tommy
21/03/2013 at 08:37Nemmeno io (toscano dalla nascita:-) ) ne avevo mai sentito parlare. Probabilmente il campanilismo ha colpito anche questa favolosa ricetta relegandone la diffusione solamente al luogo di nascita…
Un detto sui fiorentino? Mhmhmh mi è venuto in mente questo:
Fiorentin mangia fagioli
lecca piatti e romaioli (o anche buhaioli)
sotto terra un c’è i quattrini
accidenti ai fiorentini …
Ti auguro una buona giornata 🙂
donaflor
20/03/2013 at 23:10no vabbè…non oso immaginare quando ci preparerete “un’alzata”!
altro che schiacciata…mamma mia voi con i lievitati siete una bomba!
e lo immagino eccome il sapore e il profumo!
bravissimi come sempre!
bacioni grandi
Ilaria
21/03/2013 at 00:00Effettivamente il nome è una “fregatura” o una sorpresa… dipende dai punti di vista. Nei prossimi giorni mi metterò alla ricerca delle origini del nome… mi incuriosisce capire perché abbia un nome così diverso dal risultato finale.
Buona notte!
delizia divina
20/03/2013 at 21:19che bella ricetta…complimenti!!!
Ilaria
20/03/2013 at 23:02E’ stata la prima volta che l’ho preparata in casa… una lunga, lunghissima attesa che alla fine è stata ampiamente ripagata.
Le Ricette di Tina
20/03/2013 at 21:01Immagino solo il sapore..adoro l’anice!!Bravii
Ilaria
20/03/2013 at 23:01Il profumo era una vera tentazione quando mi affacciavo in cucina per vedere come procedeva la cottura…
Elly
20/03/2013 at 20:54Ma questa cresce cresce cresce! E che schiacciata è??? Ok bimbi, dove l’avete comprata???? Naaaa! Scherzo!! Vuol essere un bellissimo complimento per Ilaria. E’ stata grandissima nella realizzazione… Bellissima, tutta tirata a lucido per l’occasione. Mi piace!!
Ilaria
20/03/2013 at 23:01Purtroppo si è tirata a lucido solo da una parte (e chissà perché in forno ha lievitato in un modo così strano!). Non si poteva guardare 😛 😛 Troppo buona.
Elena
20/03/2013 at 20:37Che meraviglia!!!!!! Un dolce povero ma spettacolare e mi piace il sapore dell’anice! Davvero un dolce modo per prepararsi alla Pasqua! Baci
Ilaria
20/03/2013 at 22:59Quello che mi piace di questa schiacciata è che ha un sapore decisamente insolito per un dolce.
ombretta
20/03/2013 at 18:52ma dai che novita’ per me:9 sembra quasi un panettone ma ha un’altro gusto!! ora sarei davvero curiosa di assaggiarlo!!!
un bacione
Ilaria
20/03/2013 at 22:58L’aspetto è davvero molto simile a quello di un panettone (e del resto anche il procedimento è molto simile), ma il sapore è decisamente diverso.
2 amiche in cucina
20/03/2013 at 18:09ciao,certo che dal nome, tutto mi sarei aspettata che un dolce così bello alto, se c’è l’anice mi piace di sicuro, a presto
Ilaria
20/03/2013 at 22:57Infatti, sembra un controsenso il nome rispetto all’aspetto. Purtroppo non ho avuto tempo in questi di approfondire l’origine del nome, ma presto lo farò.
loredana
20/03/2013 at 15:22Ma è stupenda!!!!
Davvero molto ben riuscita e mi ricorda moltissimo la pigna molisana, nella forma, anche se la schiacciata di Pasqua livornese è sicuramente molto più ricca di aromi, rispetto alla pigna che prevede anice e limone grattugiato!
A parte questi piccoli confronti, che ogni volta mi fanno sentire parte di un’unica nazione, davvero complimenti per la riuscita !! 😉
Ilaria
20/03/2013 at 22:56Ci sono sempre delle ricette molto simili nelle varie regioni e questo è bellissimo, perché si scopre come da una radice comune possono poi nascere tante varianti.
E la nostra rubrica aiuta sicuramente in questo.
La pigna molisana… me la devo ricordare. Adesso mi hai incuriosita… 🙂
elena
20/03/2013 at 14:52Con l’uovo di cioccolata è strepitosa…l’avevo preparata lo scorso anno e mi era piaciuta davvero tanto…complimenti per scelta e realizzazione!
Quella del Barone Rosso sarà mia!!!!! ciao ragazzi, domani faccio un salto a Firenze per qualche ora… ogni volta che vengo è una gioia, adoro la vostra città! un bacione!
Ilaria
20/03/2013 at 22:54Io l’ho provata con la Nutella, e devo dire che fa la sua figura anche così… 🙂
Ma dai… qualche volta ci organizziamo per un caffè allora!
Raffy
20/03/2013 at 13:56wow…è pazzesca, perfetta…
Ilaria
20/03/2013 at 22:53E’ “scoppiata” in modo strano in forno durante la lievitazione… e il marrone della doratura è finito tutto su un lato… sob! 🙁
vickyart
20/03/2013 at 13:52l’ho fatta una sola volta, non con tutti questi aromi, devo dire che sarebbe stata molto meglio! tanti profumi in un dolce davvero bello da vedere! bravissimi! ciaooo
Ilaria
20/03/2013 at 22:52La caratteristica principale di questa schiacciata (o per dirla alla fiorentina stiacciaha) è proprio l’intenso aroma di anice. Un bel po’ di aromi ci vuole proprio… 🙂
Cinzia
20/03/2013 at 13:20Ero curiosa di leggere la vostra ricette e l’attesa è valsa! Una golosità ed è riuscita benissimo 🙂 complimenti, ne mangerei volentieri una fetta 🙂
Ilaria
20/03/2013 at 22:49Io l’ho assaggiata per la prima volta lo scorso anno quando un collega di livorno la portò in ufficio. Tu pensa che prima di allora non ne avevo mai sentito parlare…
Ely
20/03/2013 at 12:26Ahahahahah… stavate per uccidermi!! 😀 Ahahahah! Mamma mia.. appena ho letto dei ‘bischeri e del Barone Rosso’ stavo per soffocarmi con il pane!!! Troppo grandi… troppo! E questa ricetta è fantastica, non la conoscevo e mi piacerebbe provarla un sacco! Un bacino! <3
Tommy
20/03/2013 at 13:07Per poco non ti ho sulla coscienza… non scherzare,eh!
Un abbraccio
artù
20/03/2013 at 12:17complimenti. ogni volta che passo dal vostro blog rimango folgorata dalle ricette (in primis) poi dalle foto meravigliose che rendono merito alla vostra preparazione (strepitosa quella della fetta, sembra persino profumare attraverso lo schermo!) e poi i proverbi….un bijoux!
Tommy
20/03/2013 at 13:09Grazie carissima! Questa schiacciata di Pasqua è stata una scoperta recente anche per noi. Non è molto diffusa al di fuori delle provincie di Pisa e Livorno.
A presto!
simona
20/03/2013 at 11:16scusami * schiacciata*
Tommy
20/03/2013 at 13:09Per la precisione: **stiacciaha** 🙂
simona
20/03/2013 at 11:16Questa preparazione non la conoscevo! pur avendo vissuto per un periodo a Livorno mi sono persa questa super schiacchiata profumatissima e soffice! è altissima e ricorda un panettone … davvero complimenti è una meraviglia:* bacione e buona giornata 🙂
Tommy
20/03/2013 at 13:10Non so dirti se si trovi in commercio. Di sicuro è una preparazione che si fa in famiglia.
Buona giornata anche a te!
Yrma
20/03/2013 at 11:05UHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH, è SPETTACOLARE!!!!!altissima, da 10 e lode ragazzi…siete sempre straordinari!E..il proberbio sui bischeri mi ha fatto morire!!(ecco, me lo devo ricordare assolutamente…Tom, niente proverbi sulle colombe intese come donne? o galline???:DDDDD Ci ha graziato stavolta, vero Ila???:D
Tommy
20/03/2013 at 13:13No, questa volta niente proverbi sulle donne… Ce ne sarebbero un paio famosi (uno di Pisa e uno di Livorno), ma rischio la scomunica da Papa Francisco 🙂
Un abbraccio 🙂
Claudia
20/03/2013 at 10:54Ahhh ma che buona!!!! bella alta.. e al profumo di sambuco!!! non l’ho mai assaggiata .-)
Tommy
20/03/2013 at 13:14A noi è piaciuta, soprattutto perché non è molto dolce e le fette possono essere ricoperte di NUTELLA…
Babe
20/03/2013 at 10:41No vabbè…vinsanto e sambuca nell’impasto mi stendono.
LA voglio!!!!
Un bacione
Tommy
20/03/2013 at 13:16Allora prendire pure una bella fetta 🙂
In cucina da Eva
20/03/2013 at 10:34e noo!! il ragazzo di mia sorella ci manda sempre i cantucci ora gli chiedo questa ahahaah lui è di Pisa! buonaaaaaa da provare! e quando torno da lei magari ci incontriamo! sarà divertente!
Tommy
20/03/2013 at 13:17Magari! Sarebbe bello se riuscissimo ad incontrarci!!
Federica
20/03/2013 at 10:34Che meraviglia, è altissima alla faccia del nome :D! Il profumino d’anice sembra arrivare fino a qui. L’adoro e ci sono particolarmente affezionata perché mi ricorda troppo nonna. Un bacione, buona giornata
Tommy
20/03/2013 at 13:19Devo confessarti che anche a me il sapore dell’anice ricorda la nonna… questi biscotti per la precisione: https://www.nonsolopiccante.it/2011/06/15/biscotti-all-anice/
Buona giornata anche a te!